Da piccolo cantavo sempre questa canzone: “I peperoni-oni-oni/ son freschi e boni-oni-oni/ ma se ci metti gli ovi-ovi-ovi/ sono ancora più boni-oni-oni”. Ebbene, i miei desideri canori di bimbo, sono rinati nelle mie papille gustative dopo aver assaggiato questo piatto.
L’incontro tra Peperoni e Uova. L’incontro definitivo. Con gli spaghetti che sono uno spago che li lega come fossero una valigia, i due ingredienti si guardano, si scrutano, si respingono e poi si abbandonano in un bacio con risvolti a luci rosse, che neanche Freud avrebbe potuto immaginare.
Il tutto, chiaramente intorno ai tuoi canini che si sciolgono davanti alla (s)cena.
I peperoni si presentano come risolutori di un conflitto, caschi blu senza casco e manganelli senza manganello. Sono la teglia brillante che qualcun altro ha pulito dopo che tu l’hai incrostata come se non fosse tua. Sono l’amica che ti chiede di saltare la scuola il giorno dell’interrogazione.Sono la risposta reale a quando ti fanno una domanda scomoda e ti tocca dire la prima cosa che ti viene in mente.
L’uovo invece è la proprietà commutativa che rende docili addizione e moltiplicazione. La brillantina sui capelli di John Travolta in Grease. La tegola che cade dal vecchio tetto e fa perdere la memoria al padrone di casa mentre sta venendo a chiederti l’affitto (o forse a restituirti i 50 euro che li hai prestato?). L’uovo è il concerto punk interrotto dalla polizia.
Sono tornato bambino, mangiando questo delizioso piatto. Cioè, il delizioso contenuto del piatto. Mi troverete per strada a cantare che i peperoni son freschi e boni, oppure in cucina a scrostare la teglia schifosamente appiccicaticcia di B(r)occoli Maldestri, che nel frattempo dorme beata pensando alla sua prossima ricetta vege.
Perché come l’edicolante o il mungitore di rinoceronti, è un lavoro sporco ma qualcuno dovrà pur farlo.
Assaggiatore André Flo